domenica 1 aprile 2007

Il Bilancio 2007 e l'intervento del Vicesindaco

Lo scorso 16 febbraio si è svolto il Consiglio comunale dedicato all'approvazione del bilancio preventivo 2007.
Ha fatto notizia (vedi articolo su "La Provincia" del 23.3.2007) l'intervento del Vicesindaco Guido Bertocchi, il quale ha lanciato un "grido d'allarme" circa la situazione di Bizzarone: " Il nostro paese sta vivendo un periodo di ristagno deleterio per il suo presente e preoccupante per il suo futuro". Di questa situazione, sempre secondo Bertocchi, ha la sua parte di responsabilità anche l'Amministrazione comunale, troppo concentrata sul quotidiano ed incapace di avere un respiro più elevato.
Soluzione? "E' necessaria una marcia in più".
In che modo? Puntando su alcuni progetti strategici: la promozione delle aree edificabili del cosidetto triangolo abitato, la riqualificazione de Muntasel, l'apertura della farmacia, il centro sportivo. In maniera meno esplicita ma sicuramente chiara, si fa riferimento anche al ruolo dell'Unione Terre di Frontiera ("...non credo alla fusione dei comuni come unica soluzione possibile, ma non penso nemmeno basti dire no per salvaguardare la nostra identità...") e alla necessità di puntare allo sviluppo urbanistico del paese ("...i giovani se ne vanno perchè non trovano casa a Bizzarone...").
La realizzazione di questi progetti a Bertocchi sembra essere minata alla base dalla scarsa convinzione degli amministratori: " ...fino ad ora non ho riscontrato la convinzione, il coraggio e l'entusiasmo necessari."

Meno male che qualcun'altro si è accorto che manca convinzione ed entusiasmo nell'azione amministrativa!
Come ho ricordato nel corso dello stesso Consiglio, proprio un anno fa, in occasione dell'approvazione del Bilancio di previsione 2006, avevo sostenuto con forza la necessità che ci si sedesse intorno ad un tavolo per definire una strategia per questo mandato amministrativo. Lo stesso bilancio dimostrava come dietro all'azione amministrativa non ci fosse alcun progetto di ampio respiro: mancavano mete condiviso verso cui dirigere l'azione quotidiana, priorità selezionate su cui concentrare gli sforzi e le fatiche.
Il mio disagio, allora, era tale che avevo ritenuto di dover dare un segnale forte astenendomi dall'approvazione del bilancio. Trascorso un anno, nessun dibattito sulla "strategia" è stato organizzato. Ha prevalso l'idea che fosse una perdita di tempo, visto che comunque la quotidianità non lasciava spazio per scelte di "ampio respiro". Personalmente, rimango convinto che anche la posa del singolo mattone ha senso se inserita in un progetto più grande, che "dà valore" a quello che si fa giorno per giorno, alle singole decisioni, anche le più piccole, che siamo chiamati a prendere nello svolgimento della nostra attività.
Oggi registro la maturazione di una maggiore sensibilità sul tema. Bene!
Attenzione, però. Avere un progetto, una strategia motiva ed entusiasma solo se quel progetto, quella strategia sono costruite e condivise insieme. La convinzione e l'entusiasmo non si impongono, ma devono essere suscitati. Il miglior modo per farlo, è quello di far sì che la strategia sia frutto di una concertazione condivisa tra tutti i componenti del consiglio.
Di certo, non si può accusare nessuno di scarso entusiasmo o poca convinzione se si ha in mente che uno decide la strategia e gli altri la devono approvare e supportare.
Un atteggiamento di questo tipo sarebbe delle due una: ingenuo, perchè non considera che di fronte si hanno persone e non automi, oppure doppio-giochista, perchè si vuole semplicemente mettere nell'angolo chi la pensa diversamente e preparasi la strada per mosse successive.
Su questi aspetti, effettivamente, più che i proclami, contano i fatti: la convinzione non si estorce, ma la si costruisce.